Editoriale

Di Andrea Lobina

 

Graffiti vi cerca. Cari lettori, studenti incazzati, impegnati o solamente riversi sul libro.

Stiamo facendo grossi sforzi, anche economici, per garantire che questo modesto foglio, giorno dopo giorno, vada avanti. Abbiamo però bisogno di una mano. Poco, se ci pensate, una mezzora ogni tanto, per buttare giù un articolo, una lettera, per scattare una fotografia alla nostra vita di studenti e contemporaneamente uomini e donne.

Questo è un numero nuovo, per molti versi, al di là della suddivisione tematica, è costruito diversamente, con l’intento di dare più di un passatempo, di formare e informare, nel rispetto delle idee di tutti e con la consapevolezza di commettere errori.

Ci stanno passando sulla testa grandi cambiamenti senza che noi in qualche modo si possa incidere. La nostra isola è in preda ad una crisi politica forte e dannosa, proprio nel momento in cui l’economia sembra risollevarsi. Nonostante il popolo sardo abbia espresso la propria preferenza per Mauro Pili e GianMario Selis (nell’ordine) il consiglio regionale ha eletto un terzo candidato, Mario Floris, alla guida di una coalizione di centrodestra. E così ciò che è accaduto a fine ’98 a livello nazionale, con il governo D’Alema sorretto dalle truppe Mastellate transfughe dal Polo, si è ripetuto con parti invertite in Sardegna, dove tre eletti popolari della Coalizione Autonomista hanno votato a favore della giunta Floris. Sono consiglieri eletti da noi, è quindi anche colpa nostra (o merito nostro). Così come è stata colpa nostra aver eletto Vittorio Sgarbi che si è prontamente dimesso per far posto al suo secondo.

Tutto ciò senza che i sardi abbiano fatto una piega, il referendum consultivo sull’elezione diretta del Presidente della giunta regionale ha chiamato al voto poco più di un terzo degli aventi diritto. È sfiducia questa? O forse tutto sommato va bene così. In entrambi i casi è tristissimo per noi che abbiamo fatto una scelta di vita, che è quella di dire sempre ciò che pensiamo, in maggioranza o in minoranza, giusta o sbagliata che sia, sarà il corso degli eventi a stabilirlo.

C’è senza dubbio qualcosa che va bene, nascono nuove imprese, anche in Sardegna ci sono importanti segnali in questo senso, (Tiscali e le Crocchias ci fanno sentire un po’ meno terzo mondo), ma la nostra strategia rimane quella di non perdere i fondi strutturali dell’Unione Europea, quelli destinati alle aree più povere.

Popolo sardo, se esisti non tacere, e noi che siamo il futuro, parliamo, muoviamoci, fosse altro che per urlare al mondo che ci va bene così (ne dubitiamo!), ma non possiamo subire e restare soggetti passivi nella nostra vita.